martedì 22 aprile 2014

[Recensione] - "Rebirth" di Matteo Zapparelli

Lupi mannari, da quanto tempo non mi capitava l'occasione di leggere un libro, con temi urban fantasy, dove la loro figura trovasse il vigore "famelico" e possente che si è letto nei racconti gotici di una volta. Rebirth è il primo libro di una saga scritta da Matteo Zapparelli, autore già famoso per libri di genere thriller (ricordiamo ad esempio Corner's Church) da molto amati e lodati.

In questa nuova avventura l'autore ha voluto trasportare i sui lettori all'interno di un nuovo genere, misto fra soprannaturale e thriller, un'unione, a mio modesto parere, sotto l'aspetto logico e "mistico" della storia, davvero ben riuscito. La vicenda si svolge in una Verona contemporanea a noi, dove tutti, ormai prossimi alle festività natalizie, sono impegnati fra regali ed addobbi. Nessuno sa, però, che proprio nella città dove si consumò il tragico amore fra Romeo e Giulietta, sta per compiersi quella che sarà la fine (o forse no?) di una lunga battaglia che dura ormai da millenni fra due fazioni: i Figlio di Argo (licantropi) e l'Ordine della Croce d'Argento.
In mezzo a tutto questo, l'incontro fra Etienne e Sara sarà del tutto casuale: lei, giovane lavoratrice in un negozio d'antiquariato; lui, lupo distrutto dalla morte del suo migliore amico e fratello. Cos'ha in serbo per loro il destino?

Visto il loro essere quasi reali, non ci si può non affezionare ad i vari personaggi, Etienne in particolare. Sentiamo i suoi sentimenti, proviamo la sua sofferenza, i suoi dubbi e la sua rabbia. E' una creatura buona che non sopporta il suo corpo da licantropo, odia esserlo, non vuole essere una creatura sanguinaria, perchè sì, i licantropi di Matteo non sono i soliti bellocci di turno che popolano le pagine dei libri attualmente, ma sono davvero cattivi e sanguinari, diciamo che non vorrei trovarmene uno davanti, come accade a Sara...
La loro è una storia millenaria come quella dei loro avversari con cui hanno fatto una tregua che sembra, per, ormai finita. Scorrevole la scrittura di Matteo e molto belle ed intense le descrizioni della città. Ogni angolo di Verona, via o anche solo mattone entrano a far parte del libro, questo però devo dire che, nonostante tutto, mi ha un po' appesantito la lettura, purtroppo non abitandoci e quindi, di conseguenza, non conoscendo la città, molto spesso mi ritrovavo a perdermi perchè non capivo come i vari protagonisti fossero finiti in quel determinato luogo e, di conseguenza, a dover tornare indietro di qualche riga per riprendere il discorso. Ma a parte questo, e al blocco del lettore che ha avuto la meglio su di me nell'ultimo periodo, ho apprezzato questo inizio di avventura, soprattutto il finale. vedremo ora come il tutto proseguirà, contando che questo, visti i preamboli, non era altro che un libro introduttivo.

Il mio voto su Anobii/Goodreads: ***/5

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