Buonasera amici lettori, spero abbiate passato un buon inizio di settimana. Ecco qua, oggi, per conoscere un nuovo scrittore: Christian Amadeo.
Ciao Christian, grazie innanzitutto della tua disponibilità. Che ne diresti d'iniziare parlandoci un pochino te, di cosa ti piace fare ma soprattutto di cosa ti ha portato ad approcciarti alla scrittura e che ruolo ha quest'ultima nella tua vita?
Mi chiamo Christian Amadeo, ho 43 anni, vivo in provincia di Torino e svolgo un lavoro di impiegato e al contempo quello di giornalista musicale. Ho due grandi passioni, la musica e le arti marziali, che hanno entrambe influenzato la storia del mio primo romanzo “Un passo dalla morte”. Essere giornalista di musica è stato determinante nel decidere di cimentarmi con la scrittura di un racconto, anche giornalismo e letteratura hanno due impostazioni diverse. Scrivere è sempre stata la mia passione principale, sin da bambino. E ancora adesso il far fluire le parole sul foglio (ora video...) mi attira irresistibilmente. È un modo per esprimere me stesso, le mie emozioni, i miei pensieri. Ma anche per raccontare vicende altrui...
"Un passo dalla morte" è il titolo del tuo romanzo, da cosa ti è nata l'idea di questa storia?
Da un insieme di cose. Principalmente l'essere affascinato dai samurai giapponesi e dal loro concetto di morte “consapevole”, grazie al quale poter vivere con pienezza ogni istante della vita. E poi il constatare - da me stesso e dalle confessioni di molti amici e amiche – una insoddisfazione del vivere quotidiano e della mancanza di coraggio nell'affrontare un grosso cambiamento. Cambiamento che nel racconto avviene per causa “esterna”, ossia una morte violenta, che poi, a ben interpretare la trama, non è così estranea alla volontà del protagonista. Il coraggio dei samurai, la loro visione nitida dei limiti che si possono riconoscere e superare con cuore aperto e mente determinata, li ho trasposti nel racconto. Il limite più grande rappresentato dalla morte, che qui diviene inizio di una nuova vita anziché essere considerata come fine di tutto.
Ti va di parlaci un pochino della trama?
Il protagonista, Stefano, trascorre una vita superficiale, banale e priva di quelle emozioni che scuotono l'esistenza, colma soltanto di sogni repressi. Routine e ripetizione. Finchè un evento tragico segna la sua morte e la sua rinascita. Diventa Steve e trova il coraggio di vivere in pienezza, realizzandosi professionalmente e umanamente. Il suo percorso, iniziato con la morte, è punteggiato dal rapporto costante con essa. La morte vista dalle diverse prospettive dei vari personaggi che incrocia lungo il suo cammino: omicidi, suicidi, morbosità, perversioni e spiriti. Fondamentale l'incontro con Lydia, ragazza intrigante e perversa, anch'essa condizionata dal pensiero costante della morte, ma in contrapposizione a quello di Steve. Fino a trovare un punto di contatto.
Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?
Ho cercato il giusto equilibrio tra la mente e le emozioni. Mi spiego: la mente per gettare l'idea, le basi, costruire i personaggi, creare una trama con inizio, sviluppo e conclusione. Una volta realizzata la struttura, ho lasciato spazio alle emozioni, facendo fluire le parole seguendo l'ispirazione che sgorgava liberamente. Dovevo “sentire” il trasporto emotivo dello scrivere, altrimenti rimandavo a quando veniva fuori l'ispirazione. Durante la fase di scrittura mi ha aiutato molto l'ascolto di musica dark, la mia preferita, e di essa è permeata l'intera opera, sia a livello di citazioni di artisti e gruppi appartenenti a questo filone, sia per le atmosfere spesso oscure nelle quali sono ambientate molte vicende del romanzo.
Nella storia si alternano momenti tragici ad altri più leggeri, sentimenti ed erotismo estremo. Tutto permeato da un lavoro di introspezione, da parte soprattutto del protagonista, stimolato dagli incontri con personaggi borderline. Ed è proprio il confronto con situazioni e persone estreme che volevo sottolineare, quelle circostanze che dividono la normalità dall'eccesso. Sono due opposti che “esistono” e dei quali occorre avere consapevolezza, come nel rapportarsi con la morte, della quale molti cercano di evitare persino di parlarne. Ma è proprio dalla consapevolezza della morte che possiamo apprezzare appieno la vita.
Si dice che, di solito, prima di essere scrittori si è anche lettori. Sei d'accordo con quest'affermazione? Quanto è importante la lettura nelle tue giornate? Quali sono i generi che maggiormente ti affascinano?
Sono d'accordo, perchè la lettura di opere altrui apre la mente e il cuore, prepara il terreno per dare il via alla propria creatività. Ma ancora più che l'essere “lettori” preferisco dire che prima di essere scrittori occorre essere “osservatori ricettivi” di ciò che ci circonda. Perchè è dal nostro vissuto – e quello di altre persone che ci colpiscono – che troviamo lo stimolo per dare vita ad un racconto. Stimolati da ciò che vediamo, ascoltiamo, ma soprattutto “sentiamo” con la nostra sensibilità, eventi, parole e pensieri che ci toccano profondamente, tanto da costruire una storia intorno ad essi.
Tornando alla lettura, ovviamente essa è importante per me. Non passa giorno in cui io non legga, sono molto curioso, soprattutto sul tema musicale, visto che sono giornalista che si occupa del mondo delle sette note. Oltre a libri di musica mi piace leggere opere di vario genere, non mi fossilizzo su uno stile solo. Se devo scegliere, prediligo libri di filosofia e arti orientali (giapponesi sopratutto, ma anche indiane), lo stile romantico-decadente e opere di erotismo “alternativo”, improntato soprattutto sul bdsm e sul fetish. Come si può notare, anche in questo amo confrontarmi con gli opposti...Sacro e profano, spirituale a carnale...
Hai già progetti di scrittura futuri in testa?
In questo periodo sto cercando di terminare un libro su di un gruppo musicale, al quale lavoro da molto tempo, ma che per motivi vari non sono ancora riuscito a completare. Dopo averlo finito, certamente mi dedicherò alla scrittura di un nuovo racconto. Ho tante idee per la testa e una di queste la svilupperò, non posso farne a meno, perchè scrivere per me è vitale. O magari strada facendo mi verrà una nuova idea e mi dedicherò a quella. Come dicevo, sono molto “osservatore ricettivo” e quindi mi concentrerò su ciò che in quel momento catturerà particolarmente la mia attenzione.
Grazie per la disponibilità e buona fortuna per il futuro! :)
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